Avr� luogo oggi, marted� 5 agosto, il dibattimento relativo al presunto illecito sportivo consumatosi in aprile nella partita Potenza-Salernitana.
Un deferimento, quello deciso dalla Procura federale di Stefano Palazzi, che coinvolge alcuni tesserati del club lucano (tra cui il presidente Postiglione) e ambedue le societ� (i lucani per responsabilit� diretta e i campani presunta).
Mancavano tre giornate al termine del campionato quando la partita Potenza-Salernitana venne giocata a porte chiuse allo stadio Viviani della citt� lucana. A poche ore dall�inizio della gara, il presidente del Potenza Giuseppe Postiglione decise di tenere fuori dalla formazione titolare tre elementi di peso come Cammarota, Cuomo e De Cesare. Eppure si trattava di una giornata delicata per i lucani, non ancora matematicamente in salvo.
La giustificazione addotta dal presidente potentino fu quella che i tre giocatori erano di origine salernitana e sarebbe stato preferibile non utilizzarli.
Dalle scarne informazioni filtrate attraverso le strette maglie del riserbo, sembra che il procuratore Palazzi abbia intenzione di seguire la linea dura e di chiedere una rigorosa applicazione delle norme. Che, in casi come questi, possono essere straordinariamente afflittive per i club che vi restano intrappolati.
Al Potenza si contesta la responsabilit� diretta per l'operato di chi la rappresenta, nonch� la responsabilit� oggettiva ai fini disciplinari per l'operato dei dirigenti, tesserati e di chiunque sia comunque soggetto alle norme federali e che sia riconducibile, in qualsiasi modo, al controllo della societ� stessa.
Alla Salernitana, invece, si imputa la responsabilit� presunta "degli illeciti sportivi commessi a suo vantaggio da persone ad essa estranee". Sotto questo profilo va sottolineato come nessun tesserato del club guidato dal presidente Lombardi, n� alcun soggetto sottoposto alle norme federali e che sia in qualche modo riconducibile al club granata, risulti ufficialmente coinvolto nel presunto illecito. Un elemento non di poco conto. E� bene chiarire, a tale proposito, che "la responsabilit� � esclusa quando risulti o vi sia un ragionevole dubbio che la societ� non abbia partecipato all'illecito o lo abbia ignorato".
In casa Potenza non tutto fila liscio come l�olio e una certa paura serpeggia, anche perch� in casi simili la richiesta minima da parte dell�accusa � quella della retrocessione diretta.
Da parte sua l�avvocato Chiacchio, difensore del club lucano, non sembra manifestare la sicurezza che di solito lo contraddistingue. Il legale invita a un moderato ottimismo, ma ci tiene a sottolineare come in questi casi sia necessario muoversi con i piedi di piombo.
In casa granata c�� maggiore serenit�, visto il mancato coinvolgimento diretto di tesserati, ma � altrettanto sicuro che nessuno dorme sonni tranquilli. Preoccupa il precedente di Arezzo-Salernitana (campionato di serie B 2004/05, gara giocata il 14 maggio 2005, vittoria dei toscani per uno a zero con gol di Spinesi).
Ricordiamo che anche i toscani furono deferiti per responsabilit� presunta, senza che alcun tesserato fosse direttamente coinvolto, proprio come in questa circostanza i campani.
Il procuratore federale chiese la retrocessione dell�Arezzo in C1, con una penalit� aggiuntiva di tre punti. La sentenza definitiva del 18 agosto 2006 (Commissione di Appello Federale) fu pi� lieve per l'Arezzo che venne confermato in Serie B: era stato penalizzato in prima battuta di 9 punti da scontare nella classifica del campionato cadetto 2006-2007, ridotti poi a 6 in fase di appello. La stagione si concluse poi con la retrocessione in C1 del club toscano.
Alla luce di queste premesse l�organo giudicante dovr� rispondere a una semplice domanda per tirare le proprie conclusioni. Cui prodest? Chi ha tratto vantaggio dall�illecito sportivo che si � consumato nella gara Potenza-Salernitana, una volta provato l�impianto accusatorio costruito dal procuratore Palazzi?
E� questa la domanda che lega a doppio filo le due societ�. O tutto finir� in una bolla di sapone oppure le pene per i due club saranno durissime. Ci� che sperano i club terzi interessati, pronti a trarre comunque vantaggio dalle disgrazie altrui nella solita e mesta guerra tra poveri cui � stato ridotto il calcio moderno.
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