Come verranno divise le trentasei squadre di Prima Divisione della Lega Pro? In un momento in cui resta aperto il busillis delle iscrizioni (ricorsi e controricorsi si protrarranno fino al Consiglio di Stato) e uno scontro frontale oppone Macalli all�Aic sul contenimento delle rose, potrebbe sembrare una questione di lana caprina.
Cos� invece non �. Oggi � il 5 agosto. Se pure venisse confermato lo sciopero del 31, il campionato � ormai alle porte. Creare un ulteriore contenzioso e spaccare i club iscritti alla Lega Pro sulla formazione dei gironi di Prima Divisione sarebbe per il presidente Macalli, a nostro parere, un errore esiziale e dunque da evitare a tutti i costi.
Si torna a parlare di una divisione trasversale, in senso Nord-Sud, che rappresenterebbe una sorta di ritorno all�antico dopo l�esperimento della scorsa stagione. Molte sono le ragioni che fanno pendere l�ago della bilancia verso questo tipo di soluzione.
- La distribuzione geografica delle squadre ammesse al torneo. - L�avallo del consiglio direttivo di Lega Pro. - Il contenimento delle spese, poich� una suddivisione orizzontale ridurrebbe in modo significativo i costi per le trasferte (viaggi brevi e soggiorni contenuti) oltre a essere in linea con i recenti orientamenti in materia della Lega Pro e del calcio in generale. - Maggiori incassi legati all�aumentato numero di derby. - Maggiore interesse da parte del pubblico, e perch� no degli organi di informazione, in rapporto al cresciuto numero di sfide tradizionali (specie se si lavorer� per offrire una pi� alta visibilit� mediatica al torneo).
L�anno scorso il presidente Macalli volle separare le squadre campane e quelle pugliesi, in ossequio alle direttive dell�Osservatorio. Nonostante ci� molte gare si disputarono ugualmente a porte chiuse, per decisione anche delle Prefetture. Quest�anno l�Osservatorio � reduce da un periodo di monitoraggio che avr� sicuramente chiarito le idee. E, dunque, la scissione dei club di una stessa regione potrebbe (dovrebbe) essere un�esigenza che viene meno.
L�elemento che fa la differenza �, soprattutto, quello logistico. Infatti la divisione dei gironi � gi� sostanzialmente fatta. Basta scorrere l�elenco delle squadre ammesse alla LP1.
In un ipotetico girone A rientrerebbero le sette formazioni lombarde (Cremonese, Legnano, Lumezzane, Monza, Pergocrema, Pro Patria e Pro Sesto), le quattro venete (Padova, Portogruaro, Venezia e Hellas Verona) le quattro emiliano-romagnole (Cesena, Ravenna, Reggiana e Spal), la rappresentante piemontese (Novara) e quella marchigiana (Sambenedettese). A questi diciassette club potrebbe aggiungersi, per completare il lotto, un�altra lombarda. Cio� il ripescato Lecco, destinato a sostituire la Massese finora non iscritta (in caso di ennesimo fallimento dei ricorsi davanti alla giustizia ordinaria).
Nell�eventuale girone B sarebbero pertanto inserite le sei campane (Benevento, Cavese, Juve Stabia, Real Marcianise, Paganese e Sorrento), le tre umbre (Foligno, Perugia e Ternana), le tre pugliesi (Foggia, Gallipoli e Taranto), le due abruzzesi (Pescara e Lanciano), le due toscane (Arezzo e Pistoiese), la calabrese (Crotone) e la lucana (Potenza).
L�estate dei veleni non � ancora finita. Sarebbe il caso di non inserire ulteriori elementi di disagio e di seguire quanto propone il buon senso. Speriamo che il presidente Macalli, che sembra aver capito in quale direzione sta spirando il vento, sia pronto a cogliere al volo la buona occasione che il destino gli pone davanti. E decida, per tutti, in modo condiviso e condivisibile.
Sergio Mutolo � www.calciopress.net |